Economia e lavoro - 28 febbraio 2023, 07:03

In dieci anni Torino ha perso 1826 negozi: a pagare il conto più salato sono soprattutto le periferie

I dati Confcommercio mostrano come nei quartieri periferici si siano persi 1820 attività non legate a bar o ristorazione. Coppa: "Bisogna saper offrire il proprio prodotto su più canali, non basta più alzare la serranda"

A Torino sono soprattutto le periferie a soffrire la chiusura di negozi in questi dieci anni

Tra il 2012 e il 2022 sono sparite 100mila negozi nelle città italiane. Solo a Torino, la scomparsa riguarda 1826 esercizi, con una diminuzione che ha colpito soprattutto i quartieri più periferici. Secondo lo studio di Confcommercio, infatti, la città della Mole ha sostanzialmente tenuto per quanto riguarda alberghi, bar e ristoranti (perdendone in tutto 6 tra 2012 e 2022. Mentre negli altri settori commerciali si arriva a un'emorragia di 1820 attività. Di queste, 1467 proprio nei quartieri più periferici.

"Alzare la serranda non basta più"

Un allarme che più volte è risuonato in questi mesi, colpito sia dalla presenza dei grandi centri commerciali che dalle vendite online, fino all'ultima grande "gelata" legata alla pandemia. "Anche i dati di Confcommercio confermano la preoccupante tendenza alla desertificazione commerciale, che, come Ascom, evidenziamo ormai da tempo - sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa –. I problemi ci sono, ma ci sono anche gli strumenti per non soccombere. Sappiamo tutti che oggi per vendere non basta tirare su la serranda del negozio e che dobbiamo arricchire l’offerta commerciale sostenendola con la tecnologia in cui siamo immersi. In questo momento lo sviluppo del commercio in direzione multicanale è la risposta su cui le imprese devono accelerare con decisione. Sappiamo però anche che nella difficoltà da soli non si va da nessuna parte: è necessario che anche le istituzioni facciano la propria parte e che ci sostengano in un percorso tutt’altro che semplice".  

Sportelli e accompagnamenti

Su questo tema Ascom Torino è diventata sede dello "Spin Edi", lo sportello per l’innovazione di Confcommercio, per accompagnare le attività commerciali nel loro processo di trasformazione digitale attraverso consulenze, accesso a bandi e analisi. Oltre allo sportello per l’innovazione, Ascom ha attivato lo scorso mese di gennaio Kairos, un percorso che accompagna il commerciante ad applicare una metodologia efficace per acquisire un approccio omnicanale ed essere pronti a rispondere a nuove modalità di ingaggio delle generazioni Y, Z e Alpha. Kairos coinvolge 50 imprese in un percorso di 4 mesi che permette di interagire sia attraverso modalità on-line che off-line, per ciò che riguarda il negozio fisico, quello digitale, la comunicazione, sia tradizionale, sia social. 

La situazione dei bar

Vivono un discorso a parte i bar, che hanno subito una flessione importante nonostante la ristorazione sia in piena ripresa. Sul settore hanno pesato gli anni di pandemia, le relative chiusure e le restrizioni imposte dal green pass, per un totale di oltre 6 mesi di chiusura su due anni. Ma non è questo l’unico fattore. "Investimenti e dimensioni limitati e scarsa cultura imprenditoriale – sottolinea il direttore di Epat Ascom, Claudio Ferrarosono elementi che impediscono, non dico, la crescita, ma la sopravvivenza stessa delle attività. Aggiungiamo il cambiamento di abitudini, lo smart working e la difficoltà a trovare personale professionale e all’altezza che costringe i titolari a vivere 14 ore dietro il bancone. Che fare? Una sola cosa: avere esercizi accattivanti, d’ambiente e di qualità. Da parte nostra continueremo a batterci contro l’abusivismo e il low cost".