Il mattone torinese gode di buona salute, spinto da bonus (e superbonus). Soffre di malanni ormai diffusi, come l'aumento dei tassi di interesse e denuncia addirittura una carenza: 30mila addetti in tutto il Piemonte, su un totale di 300mila su scala italiana. Su Torino e provincia la stima si aggira sui 15mila.
"Siamo ben oltre la soglia del salario minimo"
In tempo di dibattito su salario minimo, "Il nostro contratto collettivo è tra i più cari a livello nazionale, con salari adeguati, ma anche formazione, welflare e garanzie sanitarie", spiega Antonio Mattio, presidente di Ance Torino. "Un operaio comune prende 1.483 euro netti, per 13 mesi - sottolinea -, mentre un impiegato di settimo livello prende quasi 1.986 euro per 14 mensilità o 15, in caso di particolare anzianità. Siamo chiaramente oltre i 9 euro all'ora. Peraltro netti e non lordi".
Nessuno vuole lavorare in edilizia?
"Siamo un settore poco ambito, tra giovani generazioni e famiglie, ma ormai siamo un'edilizia 4.0 e lo studio è un elemento importante. Io sto cercando da 10 mesi un assistente di cantiere, senza trovarlo", aggiunge Mattio.
Il danno, piuttosto "arriva da chi non applica il contratto corretto, creando anche dumping e concorrenza sleale per tutta la categoria. Su questo ci sono da anni accordi e intese con le istituzioni e il settore pubblico per la sua corretta applicazione". I più grandi nemici? "Multiservizi, manutentori aree verdi e così via".
E il superbonus aveva dato un impulso importante, "facendo nascere nell'arco di un anno circa 11mila aziende in tutta Italia, tra il 2021 e il 2022, molte delle quali improvvisate".
I dati della prima metà del 2023
I numeri raccontano una prima metà dell'anno che ha visto aumentare i bandi di gara aumentare del 110% a Torino e provincia, per un importo da 272 milioni di euro. Da gennaio a giugno i permessi a costruire sono stati il 43,72% in più, per una volumetria di oltre 97mila metri cubi.
Le ombre di Pnrr e Superbonus
Ma ci sono altre preoccupazioni, in questo periodo, legate al Pnrr: "Si è un po' perso il filo delle riforme e si parla della messa a terra dei fondi. Ma spesso le due cose sono collegate tra loro, come dimostra il codice degli appalti. Una rimodulazione era forse necessaria, visto che è nato in un periodo storico diverso, mentre ora i costi e i tassi di interesse sono molto più alti".
"In un finanziamento aumenti dei tassi come quelli che stiamo vivendo incidono davvero molto e il sistema deve capire quanto incida sul mondo delle imprese. Non vorremmo tornare alla situazione dei crediti deteriorati come è accaduto in passato, vorrebbe dire non aver imparato dal passato".
Sul superbonus "va benissimo abbassare la percentuale nel tempo, magari tenendolo al 100% per chi ha isee più basse e un 70% per I redditi più alti, magari da coprire con mutui green creati apposta dal mondo bancario". "Ma purtroppo il vero problema di questo problema resta la burocrazia, nonostante i tanti impegni e con i provvedimenti che finiscono per accavallare anche quando vogliono semplificare", conclude Mattio.