“Il regolamento UE sugli imballaggi, anche se persegue obiettivi condivisibili, contiene una serie di possibili forti penalizzazioni per il nostro Paese ed in particolare per il sistema delle nostre piccole imprese”. La denuncia è di Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte che auspica importanti modifiche sui target di riuso, i divieti per imballaggi monouso e l’imposizione di sistemi vincolanti di vuoto a rendere su cauzione, in occasione dell’esame da parte della plenaria al Parlamento Europeo previsto per il 22 novembre.
Confartigianato Imprese Piemonte evidenzia come il Regolamento non prenda adeguatamente in considerazione i diversi contesti nazionali in materia di raccolta e riciclaggio che ogni Stato membro ha sviluppato negli ultimi anni, né l’impatto sul tessuto produttivo che, nel nostro caso, in larga parte è composto da piccole imprese.
Si evidenzia come il sistema vincolante di vuoto a rendere previsto dal Regolamento comporterebbe una duplicazione dei costi, e potrebbe penalizzare le piccole imprese di alcuni settori. Prevenzione e riuso non dovrebbero essere visti come l’unica opzione da percorrere, la logica di prevedere una lista di imballaggi per i quali si introduce un divieto di immissione sul mercato risulta piuttosto stringente e non include un’ampia analisi di obiettivi e impatti. Se tale impostazione venisse confermata, alcune filiere specifiche sarebbero fortemente penalizzate come, ad esempio, quella alimentare, nella quale in alcuni casi gli imballaggi monouso sono fondamentali per la protezione e conservazione degli alimenti che aiuta a ridurne lo speco (nell'UE ogni anno vanno sprecati quasi 59 milioni di tonnellate di cibo pari a 131 kg di rifiuti a persona), l’informazione al consumatore, la tracciabilità e l’igiene dei prodotti. Occorrere riconoscere lo sforzo già in corso che gli operatori del settore stanno adottando per produrre e/o utilizzare imballaggi più sostenibili attraverso misure meno rigide, come ad esempio la leva economica e fiscale verso operatori e consumatori.
“L’Italia è il primo fra i grandi Stati europei per riciclo pro-capite dei materiali di imballaggio – continua Felici - e ha sviluppato esperienze tecnologicamente avanzate di raccolta, selezione e riciclo dei materiali di imballaggio. Inoltre, rispetto agli attuali obiettivi fissati al 2025, l’Italia non solo ha già raggiunto e superato i target di riciclo degli imballaggi post-consumo previsto dall’Europa 65% ma anche l’obiettivo del 2030 che passerà al 70%. Rivendichiamo autonomia nel decidere come raggiungere gli obiettivi europei. Il modello italiano è un’eccellenza dell’economia circolare europea, e penalizzare il riciclo a favore di soluzioni di riutilizzo rischia di essere un approccio incoerente e discriminatorio e vanificare gli sforzi della filiera”.
“Nonostante l’iter parlamentare ha parzialmente rivisto alcune disposizioni, -prosegue Felici- rimangono ancora forti le criticità ed è quindi necessario che nel seguito dell’iter si arrivi ad un compromesso effettivamente in grado scongiurare pesanti effetti negativi sulle imprese con conseguenze sullo stesso percorso di riduzione dei rifiuti.
“E’ fondamentale a nostro avviso -conclude Felici- concentrare con urgenza tutti gli sforzi affinchè non venga approvato il regolamento europeo sugli imballaggi e rifiuti di imballaggi, che metterebbe a rischio il 30% del Pil, intere filiere produttive e posti di lavoro”.