Dopo “il prima gli italiani” nelle case popolari del Piemonte, ora arriva il prima “le forze dell’ordine”. E’ destinato a fare discutere l’emendamento articolo 1 del Disegno di Legge 130 sull’edilizia sociale.
La modifica, anticipata questa mattina in Consiglio Regionale dall’assessore al Welfare Chiara Caucino, prevede che le Agenzie Territoriali per la Casa e gli altri enti possano riservare una quota di “alloggi da destinare alle Forze dell’ordine per il raggiungimento di specifiche finalità atte a garantire la sicurezza ed il presidio sul territorio”.
"Più sicurezza"
A chiarire meglio il senso la motivazione di accompagnamento. “L’emendamento – si legge – è finalizzato a consentire, nelle realtà ove si registrano maggiori problematiche di ordine pubblico, l’insediamento di presidi delle Forze dell’ordine all’interno degli immobili di edilizia sociale”. Parole che hanno fatto saltare sulla sedie le opposizioni, a partire dal consigliere regionale del Pd Diego Sarno.
Caucino: "Deterrente alla criminalità"
“Noi diamo la possibilità – spiega l’assessore Caucino – di riservare appartamenti a favore delle forze dell'ordine, laddove Atc ritenesse necessario un presidio”. “Gli agenti – ha aggiunto l’esponente della giunta Cirio- andrebbero a vivere con la propria famiglia, creando sicurezza. Non ci vedo nessuna forma negativa di intervento, anzi: è giusto perseguire la via della legalità e mantenerla”. “È un occhio in più, - ha concluso - peraltro qualificato, che fa da deterrente alla criminalità”.
Le occupazioni abusive
La proposta sicuramente è destinata a fare discutere. Anche alla luce di frangenti complessi che si registrano nelle case popolari, a partire dalle occupazioni abusive. Secondo i dati forniti ad ottobre 2023, sono 214 gli appartamenti di Atc occupati da chi non ne ha titolo, di cui 202 solo a Torino. Tra le situazioni più difficili quelle di Mirafiori, nei complessi di via Scarsellini, via Poma, corso Agnelli, via De Bernardi, in via Dina, via Fratelli Garrone e via Roveda.
Pd sulle barricate
A criticare aspramente l’emendamento pro-forze dell’ordine il consigliere regionale del Pd Diego Sarno. “Da un lato – ha chiarito l’esponente dem - noi abbiamo esigenze di case popolari per bisognosi e tu li occupi per altro”.
“Stiamo togliendo – ha aggiunto – appartamenti di edilizia sociale, in un momento in cui in ogni Comune c'è attesa di case popolari: ci sono persone che la aspettano da tre - quatto anni”.
Per Sarno poi l’altro tema è trovare chi voglia andare a vivere in situazioni difficili, “soprattutto tra chi nella sua vita si occupa già quotidianamente di ordine pubblico e tensioni sociali. Chi deciderà di dedicare il suo tempo libero a fare indagini?” ha concluso Sarno.
"Poteva essere l’occasione per riformare seriamente la legge regionale sull’edilizia sociale ma a questa giunta di destra interessa solo far campagna elettorale al motto “Prima i piemontesi”, ha attaccato Silvana Accossato, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale. "La leggiucola, portata avanti dal duo Caucino – Marrone, non solo non va a modificare il requisito di avere la residenza anagrafica o l’attività lavorativa da almeno 5 anni nel territorio regionale per accedere agli alloggi di edilizia popolare, requisito già dichiarato incostituzionale in una sentenza della Corte Costituzionale riguardante la Lombardia, ma, a sfregio del ridicolo, va a introdurre la possibilità di avere un maggior punteggio in caso di residenza sul territorio regionale da almeno 15, 20 o 25 anni".
"Così facendo si va a creare una corsa ad ostacoli per chi non è piemontese da generazioni con il rischio fondato che queste norme siano dichiarate incostituzionali. Ci troviamo davanti ad una bieca propaganda per accarezzare gli istinti peggiori dell’elettorato leghista e destrorso", ha concluso la Capogruppo di LUV.