Economia e lavoro - 13 marzo 2024, 07:00

Acquisti immobiliari per investimento: i numeri in aumento del 2023

Il mercato immobiliare in Italia sta attraversando un periodo indubbiamente particolare

Il mercato immobiliare in Italia sta attraversando un periodo indubbiamente particolare. Accanto alla perdita di quota delle compravendite nel comparto residenziale, si può notare, come evidenziato anche dall’ufficio studi Tecnocasa, un incremento degli acquisti a scopo di investimento.

Dal primo semestre 2022 ai sei mesi iniziali dello scorso anno, sono passati dal 16,8 al 19,6% delle compravendite totali a livello nazionale. Chi investe in immobili e mira al mercato delle locazioni, cerca soprattutto zone vicine alle università e quartieri dove non manchino servizi (quest’ultima istanza è sempre più al centro dell’attenzione dal lockdown in poi).

Tornando ai numeri degli acquisti immobiliari per investimento, in cima alla classifica delle città italiane troviamo Milano dove, sempre nei sei mesi iniziali del 2023, la tipologia di compravendita sopra ricordata ha rappresentato il 39% del totale.

Rendimenti e rivalutazioni

Quando si acquista una casa a scopo di investimento, è naturale informarsi sui rendimenti. Sui numeri che li riguardano ci aiuta, ancora una volta, l’indagine di Tecnocasa che, per il primo semestre del 2023, ha regalato la supremazia a Genova, con un 6,6% annuo lordo.

A seguire troviamo Palermo, con 6,4, e Verona, con 6,3. Tutti i dati appena citati sono stati formulati considerando come riferimento un bilocale di 65 metri quadri.

Il focus sui rendimenti non è l’unica preoccupazione di chi, al giorno d’oggi, in Italia investe in immobili con mire di investimento.

Si guarda sempre di più anche alla rivalutazione degli stessi. Da questo punto di vista, i numeri sono in continua crescita e da diversi anni. Esemplare, ancora una volta, è il caso di Milano che, dal 1998 al 2023, ha visto le case rivalutarsi del 132,1%.

Il singolo proprietario può fare tantissimo per migliorare la situazione dal punto di vista della valutazione dell’immobile, con tutte le chance del caso per quanto riguarda la possibilità di chiedere un prezzo più alto al locatario (parliamo sempre di locazioni a lungo termine).

Tra gli espedienti più utili rientra il fatto di sostituire i pavimenti già esistenti con il parquet. Questa tipologia di pavimentazione, se di qualità, può contribuire all’aumento del valore dell’immobile anche del 6 - 7%.

Per ottenere questo risultato è ovviamente necessario rivolgersi a ditte e professionisti specializzati che, come nel caso degli esperti di Parquet Sartoriale, marchio di un’azienda marchigiana con alle spalle diversi decenni di storia, siano in grado di fornire piccoli campioni di pavimento da visionare a casa per vedere se l’essenza è adatta.

Molto utile è anche la sostituzione degli infissi. La soluzione che, ormai da diversi anni, va per la maggiore è quella che vede in primo piano l’alluminio e il legno, mix che garantisce il massimo per quanto riguarda l’isolamento termico e acustico - nel primo caso, il risparmio energetico può essere anche del 60% - e la resa estetica.

I timori di chi affitta a lungo termine

Affittare a lungo termine è una soluzione alla quale i proprietari si approcciano non senza timori. Tra i motivi di perplessità più rilevanti rientra il rischio di morosità, senza dimenticare gli effetti del rincaro dei costi energetici.

Nonostante questo, i numeri delle locazioni brevi continuano a scendere. Ritorniamo a chiamare in causa l’esempio di Milano dove, nel corso del quarto trimestre del 2023, la presenza negli immobili affittati con contratti di locazione transitoria sono diminuite del 39%.

C’è chi parla di un effetto della decisione, entrata in Legge di Bilancio all’inizio dell’anno, di alzare al 26% la cedolare secca per chi affitta con contratti di locazione breve dalla seconda casa in poi.

In attesa di avere dati più certi in merito, non resta che constatare, come già detto, che in Italia c’è un ritorno al mattone come bene rifugio, conseguenza del trend inflattivo che impera ormai da un paio d’anni.