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Economia e lavoro | 25 ottobre 2024, 10:35

La crisi colpisce i più fragili, a Torino cancellati 6600 posti di lavoro somministrato

Lo mette un luce la ricerca sul primo semestre 2024 di Nidil Cgil. A livello regionale persi quasi 12mila posti. Bonucci (Nidil): "Precari, ma anche fragili. Non sono addetti di serie B"

Lo mette un luce la ricerca sul primo semestre 2024 di Nidil Cgil

Lo mette un luce la ricerca sul primo semestre 2024 di Nidil Cgil

Se il lavoro soffre, anche a Torino e in Piemonte ce n'è uno che è particolarmente fragile. È il lavoro somministrato, precario e a tempo determinato per definizione.

Il calo con la crisi

L'ultima ricerca di Nidil Cgil mette in luce come, dal 2023 al 2024, gli addetti siano nettamente diminuiti. A conferma di come la crisi abbia finito per colpire soprattutto chi ha meno garanzie.

Si è infatti passati da 57758 occupati piemontesi nel primo semestre del 2023 (di cui 30861 a Torino e provincia) a 45929 nello stesso periodo del 2024 su scala regionale e 24251 a Torino e provincia. Gli italiani sono 32889, gli stranieri 13040, se si ragiona in termini piemontesi. A livello provinciale sono 17765 gli italiani e 6756 gli stranieri. Il calo, in Piemonte e a Torino, è di 11829 e 6610 unità. 

"Non sono lavoratori di serie B"

"Volevamo uno strumento utile - dice Danilo Bonucci, segretario generale Nidil Torino - per far avanzare le tutele di questi lavoratori, spesso identificati come lavoratori di serie B. Ma non è così".

Foto del territorio

Fedelmente all'immagine dell'economia del nostro territorio, i settori più interessati dal lavoro in somministrazione sono metalmeccanica (31,22%), chimica e gomma plastica (23,8%), commercio (18,86%) e sanità (6,45%).

A livello di qualifica, spiccano gli operai (78,1%), mentre gli impiegati sono il 19,4%. 

Sono soprattutto persone tra i 18 e i 24 anni (21,25%), mentre per le persone straniere l'età più diffusa è quella tra i 40 e i 49 anni (6,70%). Gli uomini sono oltre sei su dieci.

Il tema della sicurezza

"Ma c'è anche un tema di sicurezza e salute - aggiunge Bonucci -: abbiamo lavoratori che operano in un'azienda di cui non sono dipendenti, ma di cui dovrebbero avere stessa formazione, addestramento e dotazione di dispositivi di sicurezza. Ma questo non avviene. Sappiamo di una lavoratrice che, dopo essersi lamentata per la mancanza delle scarpe infortunistiche, è stata lasciata a casa. Ma ci sono stati anche episodi tragici. E ci sono infortuni che non vengono denunciati o trasformati in malattia".

Anche i somministrati hanno una cassa integrazione, quando l'azienda In cui operano adotta gli ammortizzatori sociali: si chiama AIS, assegno di integrazione salariale. Nel biennio 2022/2023 sono stati 8337 gli addetti interessati in Piemonte, per un totale di oltre 357mila ore.

Massimiliano Sciullo

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