Torino ha fatto 13. Tanti sono i partner che sostengono la terza edizione degli Impact Prototypes labs, il progetto che la Fondazione Cottino organizza per valutare con studenti e aziende gli effetti "sociali" delle attività imprenditoriali sul territorio. Uno strumento per pesare le soluzioni e le innovazioni che abbinano mercato e sostenibilità. Dal benessere dei dipendenti alle app per le famiglie in difficoltà, fino alla lotta agli sprechi coinvolgendo persone fragili.
Fare business, ma con una "intenzione"
Negli anni passati sono state 60 le aziende candidate, ma oggi l'afflusso è ancora più consistente, grazie a un investimento di oltre 200mila euro. "L'obiettivo è di raggiungere 50 aziende in questa edizione. Si parla sempre di più della necessità di fare business, ma anche impatto, effetto sul contesto. Si dice "profit with purpose", cioè con una finalità chiara e precisa che vada oltre l'aspetto economico", commenta Cristina Di Bari, presidente della Fondazione Cottino. "Il fatto che se ne parli sempre di più è comunque già un passo avanti, come rete di territorio".
La platea che supporta IP labs spazia dagli atenei alle sigle datoriali, grandi e piccole. Fino al mondo bancario e quello delle fondazioni. "Servono progetti concreti per diffondere una cultura che non sia soltanto di facciata - dice Guido Bolatto, segretario generale di Camera di commercio di Torino - Altrimenti si rischiano solo annunci senza un seguito".
Cosa si fa nei laboratori? "Servono spinte gentili"
Aderendo ai laboratori, le aziende potranno individuare opportunità di sviluppo a impatto sociale, progetti di innovazione, possibilità di legarsi ad altre aziende con cui muoversi d'intesa.
Quattro le possibili aree di sviluppo: modelli di business, processi e modelli organizzativi, prodotti e servizi. "Come Politecnico - dice il rettore, Guido Saracco - contribuiamo con docenti e studenti, quindi competenze. L'obiettivo ultimo è sollecitare chi ci governa a dare spinte gentili in questo senso. Non tutti possono avere lo spirito olivettiano che fu: serve un orientamento da parte di chi prende decisioni e fa scelte".
"Bisogna far circolare questo tipo di conoscenza - dice Cristina Prandi, vice rettrice di UniTo - e noi vogliamo aiutare in maniera trasversale. Impatto sociale spesso è ancora sinonimo di scienze umanistiche, ma c'è spazio per coinvolgere anche le altre discipline".
Quando l'azienda fa "bene"
Negli anni passati sono stati 31 i progetti selezionati, con 130 studenti coinvolti. L'edizione 2020/2021 è stato vinta dall'azienda informatica Laser di Strambino, con un progetto rivolto ad adolescenti affetti da diabete di tipo 1 e alle loro famiglie. Il risultato è stato una app dedicata all'integrazione alimentare, dentro e fuori la scuola.
Ma anche il Centro agroalimentare di Torino ha adottato un progetto per il recupero dei prodotti ortofrutticoli invenduti, coinvolgendo risorse umane a rischio di esclusione sociale.
Welfare aziendale è stato invece il riferimento di Sales Bcorp, settore cartotecnica, che ha cercato di andare incontro ai bisogni dei dipendenti. Tra chi ha già preso parte alle prime due edizioni cresce l'idea di realizzare a una sorta di club che unisca le aziende che hanno sviluppato questa sensibilità verso l'impatto sociale.