Economia e lavoro - 17 febbraio 2023, 07:13

L'artigiano torinese non risolve il rebus-occupazione: "Servono camionisti, muratori, elettricisti e idraulici. Ma non li troviamo"

Nel 53% dei casi le aziende faticano a trovare la figura professionale che cercano: "Sono cambiate le generazioni, le attese e le motivazioni"

idraulico al lavoro

A Torino e in Piemonte mancano idraulici, camionisti, elettricisti e muratori

Quello del lavoro continua a essere un rebus senza soluzione, tra persone che cercano un impiego e aziende che sono a caccia di personale. Una situazione che sembrerebbe ideale per trovare un incontro. E invece succede che in oltre un caso su due (il 53,1%) il posto di lavoro rimane vacante. O comunque difficile da coprire.

Lo spiegano i dati di Confartigianato Torino, che lancia l'allarme declinando un tema ormai piuttosto trasversale a un comparto economico in cui le figure professionali spesso non provengono da lunghi percorsi formativi, ma hanno necessità di imparare man mano che si lavora. In particolare, mancano gli autisti i mezzi pesanti, ma anche gli operai edili. I muratori, insomma. E si finisce per cercare un operaio specializzato anche per quasi 5 mesi, prima di trovare la persona adatta.

"Le difficoltà delle nostre imprese a reperire personale dipende da più fattori - commenta Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino -: dalla crisi demografica alla scuola che non prepara in modo adeguato ad affrontare il mondo del lavoro, dalla rivoluzione digitale fino alle nuove aspettative, soprattutto dei giovani, nei confronti del lavoro".

Peggio del Piemonte, solo il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia, il Veneto e l'Umbria, dove le percentuali di posti di lavoro difficili da soddisfare arriva a sfiorare anche il 60%. 

Oltre ad autisti e operai edili mancano anche candidati per svolgere mansioni da elettricisti, da idraulici, così come i meccanici e i riparatori di automobili.

Un passo nella direzione giusta, secondo Confartigianato Torino, può essere l’incentivo da 2500 euro che i giovani autisti, tra i 18 e 35 anni, potranno utilizzare per conseguire la patente o le abilitazioni professionali per la guida dei veicoli destinati all’esercizio dell’attività di autotrasporto di persone e merci. Un'iniziativa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che in questo modo vuole dare un aiuto ai camionisti e autisti del futuro. “Una volta quello dell’autista era un lavoro particolarmente ambito – continua De Santis - oggi invece sta soffrendo per la mancanza di personale: essere un camionista o un autista richiede tanta determinazione sia per l’impegno giornaliero da sostenere che per la forte lontananza da casa, fattori che stanno limitando le ambizioni dei giovani professionisti dell’autotrasporto”.

Anche i costi da sostenere per il conseguimento delle patenti sono una variabile da considerare – conclude De Santis – per questo il bonus è una misura essenziale per consentire il ricambio generazionale nel settore, dove si registra una drammatica carenza di autisti per la scarsa attrattività della professione agli alti costi di formazione per l’acquisizione delle patenti. Speriamo si possa agevolare, così, il tanto agognato turn-over”.

Difficoltà anche a livello complessivo (ma più assunzioni del pre Covid)

Intanto, a livello complessivo, le previsioni Excelsior-Unioncamere prevedono per il mese di febbraio un totale di 26.470 nuovi contratti in Piemonte. Un valore che sale a 78.630 se si considera l’intero trimestre febbraio-aprile 2023, con un aumento di 9.540 assunzioni in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Una crescita che riguarda però anche il periodo pre-Covid: per la precisione un aumento del 2%, pari a +1.540 assunzioni. Ma anche in linea più generale cresce ancora il mancato incontro tra domanda e offerta: il 49,8% dei profili ricercati non trova il candidato adatto.

Il 72,7% delle entrate delle aziende piemontesi riguarderà lavoratori dipendenti, il 18,2% lavoratori somministrati, l’1,7% collaboratori e il 7,4% altri lavoratori non alle dipendenze. La domanda di lavoro a febbraio 2023 è trainata dai contratti a tempo determinato con il 60% delle entrate programmate, seguiti da quelli a tempo indeterminato con il 29% dei casi e dai contratti di apprendistato con il 9%. Pesano, infine, il 2% gli altri contratti.

Massimiliano Sciullo

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