Economia e lavoro - 27 febbraio 2024, 14:30

Lear, nuova doccia fredda: no dell'azienda a nuove produzioni a Grugliasco. Proposta riconversione industriale

Secondo il management, trasferimenti di produzioni sarebbero troppo costose e non saturerebbero lo stabilimento. Fim, Fiom e Uilm chiedono garanzie e il controllo del Ministero

protesta lavoratori Lear di Grugliasco

Per la Lear di Grugliasco non ci saranno nuove lavorazioni. Si pensa a una reindustrializzazione

Nessuna nuova produzione da spostare a Grugliasco (per sopperire alle mancanze di commesse di sedili di Stellantis): costano troppo. Piuttosto si proceda a una reindustrializzazione. Ecco lo scenario tratteggiato oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy dai manager di Lear.

Oggi lavorano circa 40 persone

Secondo la direzione aziendale, i trasferimenti di lavorazioni sarebbero troppo dispendiose e insufficienti a saturare lo stabilimento. Attualmente, invece, secondo Fim, Fiom e Uilm la produzione dovrebbe garantire lavoro solo per una quarantina di persone, insufficienti ad arrivare al 20% di produzione richiesto dalla tipologia di cassa integrazione adottata. A questo punto, la direzione aziendale ha dichiarato di voler far ricorso a strumenti di outplacement e di voler esplorare la possibilità di una riconversione industriale.

Sindacati: "Monitorare la reindustrializzazione"

"Abbiamo risposto chiedendo alcune garanzie per proseguire il difficile confronto - dicono i rappresentanti dei lavoratori -. Più in particolare abbiamo chiesto di presentare un cronoprogramma da qui al 30 giugno sulla ipotesi di reindustrializzazione con verifiche periodiche in sede ministeriale; di assicurare l'utilizzo della cassa integrazione fino a fine anno e fare il punto sulla possibilità di ulteriore ricorso ad ammortizzatori sociali per l’avvenire, di mantenere la attuale produzione a Torino, di affiancare all’auspicato piano di reindustrializzazione un programma in cui coesistano outplacement e incentivi per le uscite volontarie almeno pari a quanto fatto in passato, di incentivare i trasferimenti ad altri siti del gruppo, di riassorbire parte dei lavoratori nei contigui enti centrali, di consentire ai lavoratori la possibilità di distacco presso altre aziende".

"La Direzione di Lear ci ha dato risposta in linea di principio positiva - aggiungono - ma che andrà tutta verificata in concreto. In ogni caso qualora non emergesse un acquirente credibile, ribadiremmo la nostra richiesta a Lear di farsi carico dello stabilimento di Grugliasco con soluzioni industriali proprie".

Il prossimo incontro si terrà al Ministero delle Imprese e del Made in Italy il 26 marzo.

Quello iniziato oggi al Ministero delle Imprese e del Made in Italy con Lear è un confronto difficile ma necessario, che deve scongiurare il rischio della chiusura del sito di Grugliasco”, dicono Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm e Luigi Paone, segretario generale della Uilm di Torino. “La perdita della commessa per la Fiat 500 elettrica e il calo della produzione delle Maserati hanno colpito duramente lo stabilimento Lear di Grugliasco, costringendolo ad un ampio ricorso alla cassa integrazione e mettendone a repentaglio lo stesso futuro". "In mancanza di un investitore credibile ribadiremo la nostra richiesta alla multinazionale di portare del lavoro da altre realtà del gruppo”.

Massimiliano Sciullo

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